In passato l'economia del paese era basata sull'agricoltura e sulla pastorizia. In particolare, la produzione degli ortaggi era talmente abbondante e redditizia che un centinaio di famiglie ne iniziò la coltivazione anche in zone di pianura, fino a poco tempo prima dominio incontrastato delle paludi e degli acquitrini.
Sui pendii erano estese le coltivazioni di grano, patate e fagioli. Sui rilievi era diffuso l'allevamento dei bovini.
Tra i prodotti rinomati, oltre agli ortaggi, erano presenti anche il vino e l'olio. Fino ai primi anni del Novecento, inoltre, era abbastanza diffuso l'allevamento dei bachi da seta.
Attualmente una parte del territorio è occupata da boschi cedui e da castagneti, un centinaio da prati o da pascoli, e la maggioranza da seminativi e colture legnose specializzate.
E opportuno ricordare, inoltre, che San Felice è l'unico comune in provincia di Caserta interessato dal grave fenomeno alluvionale verificatosi nel maggio del 1998.
Tra le attività artigianali, in passato era importante la lavorazione delle ceste, i cosiddetti "cofani", che rappresentavano un prodotto tipico del luogo ed erano molto adoperati sia in agricoltura che nell'edilizia, almeno fino alla diffusione dei recipienti di materiale plastico.
Fiore all'occhiello dell'artigianato locale era, infine, il lavoro degli scalpellini, che, con la pietra calcarea o vesuviana, eseguivano delle vere e proprie opere d'arte. Questa attività vantava una lunga tradizione: molte testimonianze dell'abilità delle maestranze locali si possono ammirare non solo nelle case o per le strade del paese, tra i vari edifici settecenteschi della parte storica dell'abitato, ma anche nel Palazzo Reale di Caserta, dove molti lavori in pietra furono eseguiti dagli artigiani di San Felice.
Le risorse industriali sono rappresentate da impianti enologici e oleari, pastifici, fabbriche di confezioni, di prodotti chimici e di laterizi.